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C'è qualcosa nei fil di Jim Jarmusch, un'atmosfera che oscilla tra il mondo onirico e la sensazione di alienazione, quasi una cifra costante che accomuna le opere del regista. È la condizione di estraneità di cui i personaggi vivono, la posizione marginale nello spazio e nel tempo che occupano, il loro essere allo stesso tempo dentro e fuori la società con cui si trovano a fare i conti. Immigrati, turisti, stranieri in patria e nativi si incontrano e si confrontano nei nonluoghi degli Stati Uniti e danno vita a forme alternative di comunicazione e di convivenza. Prefazione di Anton Giulio Mancino.